31 dicembre 2007

Quali auguri per il 2008 ?

Mi ha telefonato un amico e mi ha detto "Ti auguro un 2008 come il 2007". Pessimista o ottimista? Forse un ottimista, di fronte a tutti gli interrogativi politici ed economici cui il 2008 dovrà rispondere. Forse un pessimista per i dolori delle logorate vertebre che mi hanno accompagnato per tutto il 2007 o per i dolori postumi all'incidente del 2006 che hanno duramente segnato Gloria. Ma poiché non c'è limite al peggio ho accettato volentieri l'augurio.

18 novembre 2007

Seduto sulle rotaie di pietra di Malta che dal nulla portano al nulla, attendo gli 87 anni guardando la sede dell'ex Ammiragliato inglese in cui ho soggiornato nel 1943, quando non ero a bordo del sommergibile, in attesa del ritorno in Italia.
Allora ero ricco di speranze che si sono realizzate per quanto riguarda la famiglia, con Gloria e cinque simpatici nipoti, e sono state stupidamente infrante per quanto riguarda l'etica civica e il mondo politico di cui ho fatto parte per sessanta anni. Ma ancora spero in un futuro più bello e giusto, anche se non lo vedrò.

25 ottobre 2007

Le previsioni di Bush

L'Ufficio del Bilanco del Congresso americano ha calcolato che le guerre lanciate da Bush in Afghanistan e Iraq potranno costare 2400 miliardi di dollari ( 24 trilioni) nei prossimi dieci anni. Vale a dire 29 mila dollari per ogni famiglia statunitense. Bush stimò che quelle guerre non sarebbero costate più di 50 miliardi di dollari.
E' strano che in questa situazione qualcuno di meravigli della perdita di valore del dollaro e dell'aumento di prezzo (obbligatoriamente in dollari) del petrolio. E' anche strano che qualche analista attribuisca la crisi in atto solo alla bolla immobiliare.

23 agosto 2007

Ciao Bruno

Con Bruno Trentin abbiamo avuto divergenze anche serie sul ruolo del sindacato e sulla sua organzzazione Ma dalle conversazioni e dibattiti con lui ho sempre imparato qualcosa. Bruno era un grande intellettuale, un grande uomo di cultura, un capo della classe operaia. La sua morte ci lascia tutti più poveri in un momento difficile. Ciao Bruno, Un abbraccio Luciano

10 agosto 2007

Dollaro e mutui

I prodromi della crisi del dollaro, da tempo annunciata, sembrano peggiori di quanto sperato da alcuni economisti. E' indubbio che la crisi ha trovato origine e sollecitazione nella marea dei mutui immobiliari non garantiti in parte detenuta ancora dalle banche e in parte opportunamente ceduti a quei fondi cui "i giovani" dovrebbero affidare la speranza di future pensioni integrative (ma gli italiani fortunamente non hanno creduto al prof. Boeri e sono rimasti, in maggioranza, fedeli alle imprese e alla vecchia INPS). Non vorremmo tuttavia che la causa immediata pur vera della bolla immobiliare finisca per nascondere la causa più profonda e vera della crisi: la crescente perdita di credibilità del dollaro stampato, distribuito e , in taluni casi imposto, dal paese più indebitato del mondo. Gli italiani ricordano bene le Am- lire e i deleteri effetti della loro stampa e imposizione. Pensare che la crisi si possa risolvere immettendo nuova liquidità di dollari verdi non garantiti da nulla ci sembra veramente incredibile. Ma questa è la strada che molti economisti putroppo invocano o avallano sugli organi di stampa della grande finanza.

22 luglio 2007

Le primarie di Veltroni

Erano partiti con le primarie. Primarie all’americana, come oggi è di moda in certi ambienti “colti” che si sono adagiati sull’onda della globalizzazione culturale ancora prima che arrivasse quella finanziaria ed economica e non sanno neppure tradurre in italiano i termini da commesso di banca lanciati da New Yprk. Con i candidati in pista alla pari e con liste collegate. Liste rigorosamente chiuse, senza le orride preferenze, per impedire che qualcuno non selezionato dalla “classe”possa far fuori con qualche voto in più i nomi già selezionati dal vertice, ma comunque liste plurime. Poi a qualche boss della classe dei dirigenti è cominciato a sorgere il dubbio. E se i fondatori del partito democratico si unissero per far eleggere qualcuno degli antichi soci del 99? E se le donne si coalizzassero per far eleggere una delle loro, che è giusto mostrare in pubblico, ma che non fa parte del vecchio clan? E così in quattro cinque si sono riuniti e dopo avere accennato al 2008 come scadenza anticipata e scontata per Prodi, hanno fatto da soli le primarie e hanno scelto Veltroni. Che dopo qualche riluttanza e alcuni incontri ha naturalmente annunciato da Torino il suo sì, così come avevano pronosticato da un mese il sen..Marini e “La Repubblica” la quale, senza attendere Fassino e Franceschini, aveva già da tempo indetto e fatte le sue primarie.

Sull’uomo Veltroni nulla da dire. E’ persona onesta, coerente, che pensa al nuovo incarico .da quando nel 1994 in una competizione a viso aperto si vide sbarrata, per un suo eccesso di spostamento a destra. l’elezione a Segretario dei DS. E’ stato, e rimarrà, un discreto sindaco di Roma anche se ha garantito,. come gli antichi imperatori, panem et circenses, più concerti che servizi, più spese che tasse, più percorsi pedonali per turisti che cura per le strade, organizzato perfino un Festival del Cinema in concorrenza con . Ma condendo il tutto con un forte impegno personale e un sorriso lieve e amichevole per tutti. Che non è cosa da poco in una società dilaniata da lotte e inciviltà e, sorvegliata sempre da televideo legali illegali. Del resto non si voleva proprio per questo un’icona da contrapporre a quella usurata e imbarbarita di Berlusconi e che ci liberasse dall’obbligo di guardare ai problemi giganteschi che la sconfitta americana ha aperto? E Veltroni come icona da mostrare al popolo è certamente più valida sia di quella logorata di Fassino, sia di quella un po’ troppo angolosa di Massimo D’Alema. Massimo D’Alema, non ostante i suoi indubbi torti, ha una preparazione culturale maggiore di Veltroni e caratteristiche migliori come statista, ma che cosa conta ciò in una campagna elettorale permanente e mediatica come quella che vive l’Italia da alcuni anni?

Perché questo è il punto. Il punto sono le elezioni che stanno sempre dietro l’angolo e in funzione delle quali viene da troppi vissuto ogni istante della vicenda politica. Che non si giocherà né sull’ambiente, né sul precariato e neppure purtroppo sull’Europa e sul valore dei candidati, ben preordinati e cintati in liste chiuse, ma sulla perdita di capelli del Berlusca e sul gesto con cui Montezemolo carezzerà quei pochi che gli sono rimasti in testa. Del resto se Montezemolo è contemporaneamente presidente della Fiat, presidente delle Ferrari, presidente di Confindustria perché Veltroni non può essere contemporaneamente sindaco di Roma, segretario del partito democratico e aspirante premier di un bel governo di centro? La triade si addice alle icone. Scommetto che anche Casini ci starebbe,.

E le primarie? Serviranno per sostenere Veltroni con cinque liste e per dare un po’ di rilievo ad alcuni aiutanti maggiori, Bersani, Letta e Parisi permettendo. Parisi con qualche ragione in più, avendo fondato lui con Beniamino Andreatta nel 1999 il partito democratico, in previsione della dissoluzione della DC e dei DS. Non a caso è stato proprio Parisi a lanciare in extremis la Rosy Bindi che può raccogliere non solo voti femminili ma anche i voti di tutti coloro che continuano a ritenere Veltroni troppo vicino a Rutelli

In attesa del 14 ottobre Scalfari ha intanto promosso Veltroni a “sindaco d’Italia.”

Luciano Barca

30 giugno 2007

Italianissimi !

La festa dell'Unità di Roma si chiamerà "Democratic Day."
Così, annunciano centinaia di manifesti.

11 giugno 2007

Rifondazione e Fiom

Rifondazione e Fiom, l'accoppiata che ha fallito la manifestazione per la pace e contro la politica di Bush, indetta a Piazza del Popolo quasi in polemica con il grande corteo che la sinistra ha dispiegato per Roma, merita qualche considerazione. Perché il superbo e stupido isolamento ? Per marcare una distanza dagli altri partiti della sinistra? Ma non pensa Rifondazione che questo è il momento dell'unità delle forze che si collocano a sinistra del Partito democratico? E che questo storico obiettivo richiede uno sforzo e anche un sacrificio di tutti coloro che di questa sinistra fanno parte?
Qualche dubbio solleva anche l'accoppiata con la Fiom. La Fiom fa il suo mestiere di sindacato di categoria e sta giustamente conducendo una battaglia per ottenere il massimo di garanzie per la Finsider. Non è detto tuttavia che l'obiettivo della non privatizzazione del gruppo rappresenti anche il meglio per tutte le altre categorie e per il complesso dei cittadini italiani. A certe condizioni e cioè a patto che lo Stato conservi una partecipazione di controllo, la quotazione del vecchio gruppo dell'IRI può anche rappresentare una positiva spinta in direzione di una maggiore competività e di rinuncia a vechie rendite di posizione. E una sinistra che voglia non isolare la faccia della categoria da tutte le altre facce che costituiscono l'identità del lavoratore e del cittadino non può ignorare ciò. Ignorarlo potrebbe portare a pericolose posizioni corporative perdonabili in un sindacato di categoria, ma non in un un partito che vuol governare l'Italia. E può portare a indebolire tutta l'operazione oggi necessaria per salvare da ambizioni di potere gli ideali di libertà e giustizia propri del socialismo.

24 maggio 2007

Valentina in India


Mia nipote Valentina è in India con un gruppo di volontari per una ricerca statistica in zone povere di quel paese. Se volete ammirare delle belle foto e leggere il suo diario andate sul link Valentina.
La invidio e l'ammiro.

3 maggio 2007

Le strade di Roma

Il sindaco di Roma, Veltroni è molto attivo in differenti campi e ha dato ai cittadini opere e servizi di rilievo, in primo luogo nel campo dello spettacolo popolare e della musica.
Come ho scritto ed illustrato con foto sul Menabò di Etica ed economia www.eticaeconomia.it ha trascurato tuttavia lo stato delle strade. Buche sui marciapiedi, righe bianche cancellate dal tempo o bloccate da auto che posteggiano in serrata fila, doni sparsi dai cani, piante non curate. Ho affermato che ciò avviene non appena si oltrepassano le mura aureliane data l'attenzione ai luoghi frequentati da turisti organizzati
da agenzie nel centro storico e politico. Oggi dopo vario tempo sono tornato dentro le muta aureliane e debbo
correggere la mia nota: le buche sui marciapiedi e i posteggi abusivi ci sono anche dentro le mura Aureliane
fatte salve le strade del centro del centro storico. E c'è anche, dentro le mura, un caos circolatorio che fa
presumere che siano stati triplicati i permessi di circolazione. Contiamo nel Comune perché finalmente si intervenga: nel centro politico ci sono più vigili urbani che in tutto il resto di Roma-

Veltroni
Roma
buche
righe bianche
Centro storico

12 aprile 2007

I no global

Nella storia di questo mondo si sono succedute varie globalizzazioni: allo stato attuale delle nostre conoscenze possiamo attribuire il primato temporale alla globalizzazione attuata dai Sumeri 6.000 anni fa. Popolo molto progredito (dobbiamo ad esso la realizzazione del primo alfabeto, la scoperta di formule algebriche, nozioni di teoria economica, il sistema sessagesimale nella divisione del giorno – 24 ore, ore di sessanta minuti, minuti di 60 secondi – la concezione del dio come trinità, ecc.) portò la sua cultura, invadendo dal Nord della Mesopotamia il territorio dell’attuale Siria e della Palestina, sino al Mediterraneo e all’Africa del Nord. Lo fece con il commercio e lo fece con le armi. Risale dunque a 6.000 anni fa anche la nascita dei no global e cioè di coloro che per motivi diversi ritennero giusto e necessario difendere il proprio territorio e la propria identità camitica o semitica.
Il movimento dei no global ha dunque origini molto più antiche di quelle della civiltà babilonese, greca, egizia, araba, romana, ebraica, cristiana.
Era giusto appoggiare nelle varie globalizzazioni che si sono succedute nel tempo i no global o accettare la globalizzazione? Una risposta semplice non è facile. Anche nel caso più eclatante e cioè nel caso della globalizzazione che portò alla conquista delle Americhe da parte di spagnoli, inglesi, irlandesi e che significò lo sterminio degli indios, ma anche di popoli molto più progrediti come gli Incas non possiamo non vedere, accanto a crimini contro l’umanità (non solo le stragi compiute ma lo schiavismo che durò di fatto negli Stati Uniti oltre il 1900) l’affermazione di princìpi di democrazia e atti di cui dobbiamo essere loro grati e che culminarono nella entrata in guerra a difesa dell’Europa contro il nazismo e il fascismo.
Esiste d’altra parte un fatto oggettivo: la globalizzazione della conoscenza è oggi con internet un processo inarrestabile ed è evidente che vince chi ha più conoscenza di altri (anche se il furto e l’importazione della conoscenza finiscono per porre problemi e costi allo stesso globalizzatore).
Ma è proprio il punto decisivo della globalizzazione della conoscenza che rinvia oggi al discorso sulle due facce della globalizzazione dato che alla sua faccia positiva di diffusione di scoperte scientifiche e tecniche, si accompagna un processo consapevole o inconsapevole di diffusione-accettazione della ideologia nella quale sono maturate le scoperte e questa ideologia è oggi quella postfordista americana della “fine della storia”, del capitalismo come modo di produzione unico e definitivo, dell’impresa industriale e/o finanziaria come centro cui far riferimento, della trasformazione del cittadino in mero consumatore e subordinato “cliente”.
Se a tutto ciò si aggiungono la violenza, gli eccidi, la minaccia nucleare il quadro del modo in cui la globalizazione si sta attuando non può dal punto di vista etico presentarsi che come fortemente negativo.
E allora?
Allora bisogna guardarsi intorno e accorgersi che anche grazie alla diffusione della conoscenza e alla lotta contro una globalizzazione violenta e governata da un solo impero, il mondo ha cessato, già da vari anni, di essere unilaterale e sta entrando nella fase della multilateralità. Il mondo non è più solo il mondo degli Stati Uniti, ma si avvia a diventare anche il mondo dell’Unione europea, della Cina, del Giappone, della Russia e dell’area araba. Il dollaro del paese più indebitato al mondo trova sempre meno creditori disposti a sostenerlo e sollecita, pena una crisi drammatica, decisioni e scelte nuove e una circolazione delle conoscenze rispettosa di tutte le facce della identità della persona umana. Compresa la faccia del territorio e della cultura in cui si è nati e ci si è formati, dello Stato cui quel territorio appartiene, della Unione cui quello Stato è legato.
Quanto più gli oppositori dell’attuale globalizzazione lotteranno per far diventare realtà questa utopia e aggiungeranno un loro deciso “si” alla lotta contro la violenza e le guerre tanto più potremo e dovremo essere loro grati per le iniziative e le invenzioni con cui attirano la nostra attenzione sui pericoli della globalizzazione statunitense e dello stagnante moderatismo o resa cui partiti della sinistra si stanno indirizzando invece di avanzare proposte all’altezza dei mutamenti geopolitici ed economici che si profilano.

8 aprile 2007

Legge Elettorale

Continua la battaglia sulla legge elettorale. Ogni partito , grande o piccolo ha la sua proposta e la difende accanitamente. La cosa incredibile è che nessuna proposta, di destra o di sinistra indica una soluzione per il problema che interessa tutti gli elettori: votare, sia pure nei confini di una lista, per il candidato che preferisce. Sul no a questo diritto c’è l’unanimità di tutti i partiti o meglio di tutte le burocrazie che hanno distrutto i partiti e che direttamente o indirettamente (parlamento, regioni, province, comuni, cooperative, aziende, sindacati) ricevono uno stipendio dagli autonominati segretari o presidenti dei partiti. Non voglio dire che non ci siano limitate eccezioni cui va reso merito. Ma la sostanza del quadro politico non cambia.
Sono i segretari a decidere chi deve essere eletto e chi no e il risultato si vede: aggravamento della crisi degli stessi partiti e crisi del primato della politica. Perfino a sinistra c’è qualche parlamentare che crede, con Montezemolo, che le leggi n0on le faccia il Parlamento ma le faccia e le debba fare il mercato, divenuto il mercato dei monopoli e degli inciuci noti e non noti e che alla politica spetti solo il ruolo di sostenere la crescita di quei monopoli o di quei patti di sindacato di cui sono vittima i piccoli azionisti insieme agli operai e i tecnici. Qualcuno ha detto che ormai il mercato italiano è un suq; io direi che è molto peggio di un suq perché nei mercati arabi c’è concorrenza e da noi non c’è neppure quella.
Ci troviamo di fronte non solo ad una crisi politica ma ad una crisi etica. E da questa crisi si può uscire solo restituendo ai cittadini il diritto di votare per la persona che ritengono meritevole, onesta e portatrice di proposte valide per bloccare la controriforma in atto e passare ad una seria riforma volta a far applicare tutti i punti della Costituzione italiana. Ho personale stima di Vannino Chiti. Lo scongiuro di tener conto di questa esigenza e di ricordare che senza un forcing sulla socializzazione della politica a partire dal basso, l’Italia non uscirà dalla crisi profonda di idee e di ideali, dalla polverizzazione della società, cui ci ha portato il “pensiero unico” della globalizzazione americana.