6 ottobre 2009

Con Mao Zedong nel 1959


Mao Zedong tra Luciano Barca e Antonio Roasio
Al lavolo G.C. Pajetta e Teng Tsiaoping ( 4/1959)


Nel sessantesimo anniversario della vittoria di Mao Zedong in Cina (allora si scriveva Mao Tse Tung) ho ritrovato questa vecchia foto del 1959 scattata a ricordo dell'incontro con Mao di una delegazione del PCI guidata da Giancarlo Pajetta e composta da Antonio Roasio, Luciano Barca, Gerardo Chiaromonte, Maria Michetti, Celso Ghini. All'incontro parteciparono, oltre a Mao, Den Tsiaoping, Liu Sciaoci e Peng Cheng. A conclusione fu firmato un faticato documento in cui per la prima volta il PCC esprimeva il suo apprezzamento per il nostro impegno nella lotta per la coestenza pacifica e le riforme di struttura e noi esprimevamo il nostro apprezzamento per l'esperienza originale delle Comuni agricole. Nella tappa di ritorno a Mosca, venti giorni dopo, Zagladin si fece portavoce con me di una dura critica all'iniziativa. ( Del viaggio in Cina esiste un lungo documentario che era in possesso della Unitelefilm.)

5 ottobre 2009

Val Gardena 2009

Ancora una volta è andata bene anche ad altezze proibite dall'età. Grazie a Fabrizio che mi ha fatto da accorta guida oltre che da autista fino alle basi. Ho rimangiato in una delle poche baite superstiti bevendo latticello e mi son divertito a rivedere ghiacciai vicini ( una Marmolada con molte rocce allo scoperto e qualche raro sciatore)) e lontani. Flora negata per questa stagione troppo asciutta e assolata: no a stelle alpine, mirtilli, finferli e porcini. Bene ribes e lamponi. Fedeli presenze, sui prati alti, di cavalli e mucche. Un annuncio che mi ha rattristato: la condanna a morte dell'antica seggiovia di Rascesa.

4 maggio 2009

La rugby Roma

Mi capita ogni tanto di vedere in TV qualche partita di rugby e, ogni volta, rimango stupito di vederla collocata in grandi stadi, colmi di tifosi. Al minimo infortunio corrono assistenti e infermieri con una organizzazione che rivaleggia con quella di clubs calcistici.
Dal 1945 al 1950 (quando mi sono traferito a Milano) ho seguito la rugby Roma al campo Grelle dell'Acqua Acetosa. Quando andava bene eravamo in duecento spettatori. Normalmente non eravamo più di cento: tutti parenti o amici. Avevo cominciato ad andarci perché mediano di mischia della Roma era Carlo Scialoja, con il quale ci conoscevamo dal 1932 e perché via via ero diventato amico di altri giocatori: Bubi Farinelli - che nel 47 diventerà capitano della squadra - , Paolo Rosi, " Testina di vetro" ( non ricordo il cognome ma solo che portava sempre il casco protettivo). Carlo Scialoja nel rugby e Ciccio Ferraris nei tuffi erano i miei riferimenti sportivi anche se solo del secondo ho seguito per un anno l'esempio. Non c'erano assistenti in campo al di fuori dei giocatori in panchina e se accadeva qualcosa correvano sorelle ed amici. Io andavo appunto con una sorella: Raffaella Scialoja. Non potevamo nemmeno,il giorno dopo, raccontare della partita e litigare con qualcuno; per i discorsi sul rugby non c'era posto nei chiacchiericci o litigi del lunedi.
Ora vedo che i giocatori rivaleggiano con Totti e Cannavaro nel far calendari ed essere stars. Molto tempo è passato. Ma una piazza di Roma porta il nome di Bubi Farinelli.

31 marzo 2009

Lili Marleen


I piccoli falsi della storia: dalla citazione falsa di Marx fatta da Giavazzi alla critica rivoltami per l'ascolto della canzone nazista Lili Marleen (più nota come Lili Marlene). Di Giavazzi penso che abbiate letto , di Lilì Marleen debbo parlare io perché il rimprovero di ascoltare una canzone "nazista" è stato fatto a me. Dunque è vero che a lanciare nel mondo Lili Marleen nel 1939 è stata una cantante tedesca, Marlene Dietrich, ma è anche vero che la Dietrich era fuggita dalla Germania per anti-nazismo e che il lancio della canzone è avvenuto da Hollivood. Il comando americano, al momento dell'ingresso in guerra inviò la Dietrich a cantare nelle basi americane sparse per il mondo e anche per questo oltre che per la sua bellezza, la canzone Lili Marlene diventò la canzone di tutti i combattenti americani (e inglesi). La canzone fu lanciata tuttavia, tempo dopo, anche da Radio Belgrado (gestita dai tedeschi) ed è per tale motivo che essa, non ostante Goebbels ne avesse proibito l'esecuzione per "pacifismo", divenne anche la canzone di molti militari italiani e di alcuni militari tedeschi che ignoravano o sfidavano ( dalla prime linee questo è facile farlo) il veto nazista. Io l'ho ascoltata nel 1941 alla base sommergibili di La Spezia e nel 43-44 alla base sommergibili di Malta. Ascoltate dunque anche voi con tranquillità questa bella e triste canzone che la voce della Dietrich ha immortalato: di bellezza e pacifismo abbiamo bisogno sempre.