Mi capita ogni tanto di vedere in TV qualche partita di rugby e, ogni volta, rimango stupito di vederla collocata in grandi stadi, colmi di tifosi. Al minimo infortunio corrono assistenti e infermieri con una organizzazione che rivaleggia con quella di clubs calcistici.
Dal 1945 al 1950 (quando mi sono traferito a Milano) ho seguito la rugby Roma al campo Grelle dell'Acqua Acetosa. Quando andava bene eravamo in duecento spettatori. Normalmente non eravamo più di cento: tutti parenti o amici. Avevo cominciato ad andarci perché mediano di mischia della Roma era Carlo Scialoja, con il quale ci conoscevamo dal 1932 e perché via via ero diventato amico di altri giocatori: Bubi Farinelli - che nel 47 diventerà capitano della squadra - , Paolo Rosi, " Testina di vetro" ( non ricordo il cognome ma solo che portava sempre il casco protettivo). Carlo Scialoja nel rugby e Ciccio Ferraris nei tuffi erano i miei riferimenti sportivi anche se solo del secondo ho seguito per un anno l'esempio. Non c'erano assistenti in campo al di fuori dei giocatori in panchina e se accadeva qualcosa correvano sorelle ed amici. Io andavo appunto con una sorella: Raffaella Scialoja. Non potevamo nemmeno,il giorno dopo, raccontare della partita e litigare con qualcuno; per i discorsi sul rugby non c'era posto nei chiacchiericci o litigi del lunedi.
Ora vedo che i giocatori rivaleggiano con Totti e Cannavaro nel far calendari ed essere stars. Molto tempo è passato. Ma una piazza di Roma porta il nome di Bubi Farinelli.
4 maggio 2009
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