8 agosto 2010

Ortisei


Come ogni anno ho trascorso a cavallo del primo agosto due settimana ad Ortisei. Stesso albergo,
stessa gente (da almeno dieci anni), cortese ed amichevole accoglienza di Oswald Demetz, stessa guida, stesse gite non ostante la disponibilità dell'auto di Flavia a condurci verso nuove mete con Mattia e Viola. Qualcosa è tuttavia mutato. La maggiore attenzione degli albergatori, vera autorità della zona, verso le più lunghe e lucrose ferie invernali, e' diventata così evidente da risultare sgradevole. Non è solo colpa del clima se non si trova un fungo e se i frutti di bosco che mangiamo arrivano dall'estero. Né è solo colpa dell'appaltatore se la funicolare che dovrà sostituire la vecchia seggiovia di Rascesa (era la seggiovia più lunga d'Europa) da cui l'occhio
spaziava sino alla Marmolada, non era pronta per la stagione estiva, lasciando Rascesa e le sue malghe verso le Ortles, non raggiungibili. Sarà pronta in ogni caso per gli sciatori, con nuove piste che taglieranno il bosco. E, a questo punto ci si comincia a chiedere, se Ortisei, dove vado dal 1942, sia ancora una meta da desiderare d'estate.

21 luglio 2010

Lo spariglio

So di non essere un bravo giocatore di scopa, comunque quando giocavo con mio padre - sto
parlando di quarant'anni fa - ho imparato lo spariglio - atto solenne che si annuncia al compagno - e il da fare per riparigliare.
Ma proprio per questo non ho capito del tutto il giubilo che ha accolto l'annuncio di spariglio
fatto dal mio amico e compagno Nichi Vendola. Va bene. Sparigliamo. Ma poi chi sarà l'intelligente mazziere che ripariglierà al fine di intascare le ultime prese della partita?
La polititica italiana ha conosciuto molti sparigliatori: Achille Occhetto del PCI, Forlani della
DC, i cinquantenni eleganti del PSI. Purtroppo ha conosciuto pochi bravi mazzieri. Coloro che
hanno plaudito al dichiarato spariglio sanno chi sarà il mazziere? E se lo sanno vogliono essere così gentili di dirne il nome anche a noi?

30 giugno 2010

Vittorio Gassman

Era luglio e da un mese e mezzo eravamo in guerra. Chiamato alle armi alla leva di mare, ero a Livorno per frequentare il corso per ufficiali all'Accademia. Decisi di passare la domenica in modo
meno triste del solito; affittai una bicicletta e mi diressi a Castiglioncello per stare con Antonella.
Feste al mio arrivo da parte della famiglia Scialoja e invito a pranzo. Antonella aveva un pattino
e ce ne andammo a fare il bagno nella baia. Tutto bene, tuffi e nuoto fino a che improvvisamente,
mentre ero in acqua, Antonella salì sul pattino e si diresse tranquillamente al moletto del villino ottocentesco. Non capii che cosa fosse successo e con pazienza e fatica la seguii a nuoto.
Arrivato a terra capii immediatamente che la fortuna mi aveva abbandonato. Antonella stava
conversando in giardino con un diciottenne che avevo conosciuto a Roma, tramite Panelli o Paolo
Alatri: era Vittorio Gassman. La mia sarebbe stata una battaglia impari e inutile. Inventai una scusa e ripertii con la bici, carico di odio per lo studente dell'Accademia dello spettacolo. Lo perdonai solo dopo dieci anni.

26 maggio 2010

Festa di compleanno

Tre comizi in una brutta sala, un grande schermo, un gigantesco Io: così abbiamo festeggiato gli 85 anni di Alfredo Reichlin. L'unica cosa piacevole è stato il rivedere i compagni di un tempo: Luciana Castellina, Valentino Parlato, Walter Tocci, Alberto Olivetti, Camillo Danieli, giovane e gentile vigilante - in anni lontani - di Botteghe Oscure, Provantini, Paolo Franchi.

9 maggio 2010

Il castagnaccio


All'una e mezza davanti al Giulio Cesare ci aspettava il castagnacciaro. Avevi la scelta: o quello più economico, bollito e un po' asciugato, o quello al forno con l'olio e, a volte, i pinoli. Tutta dipendeva per me dalle commissioni che avevo fatto per mio padre, il quale non me le pagava ma mi rimborsava il tram fino a Piazza Cavour, tram che io non prendevo. Con trenta centesimi di lira si comprava una fetta di castagnaccio ben arrostito; con quindici quella tremolante del castagnaccio bollito. Che quest'ultima fosse buona non posso proprio dirlo, ma in ogni caso serviva a placare la fame ed era migliore della "pattona" che si mangiava a casa mia negli ultimi giorni del mese ( la pattona era una purea di farina di castagne).
Mi è venuto in testa cercando inutilmente on line una foto del vecchio castagnacciaro più interessante di quella che allego.

18 aprile 2010

le polveri del vulcano


Le polveri del vulcano islandese sono giunte anche nel nord Italia, ma, a differenza della Gran Bretagna e di altri paesi, nessuna precisa indicazione e misura è stata assunta dal Ministero della sanità. Data la pericolosità delle polveri di silicio - che non giovano ai polmoni - e che possono essere portatrici di composti pericolosi, negli altri paesi colpiti si gira con la mascherina. Ho visto qualche isolata raccomandazione ai milanesi di indossarla. Ma dove e chi distribuisce mascherine nel nord del nostro Paese?

Sarebbe un'orttima iniziativa quella che potrebbero assumere le associazioni che operano nel campo della sanità producendo e distribuendo mascherine. Tutte unite potrebbero poi mandare il conto al Ministero della Sanità o alla Protezione Civile che, come al solito, quando si tratta di prevenzione, non sta facendo il proprio dovere.