22 luglio 2007

Le primarie di Veltroni

Erano partiti con le primarie. Primarie all’americana, come oggi è di moda in certi ambienti “colti” che si sono adagiati sull’onda della globalizzazione culturale ancora prima che arrivasse quella finanziaria ed economica e non sanno neppure tradurre in italiano i termini da commesso di banca lanciati da New Yprk. Con i candidati in pista alla pari e con liste collegate. Liste rigorosamente chiuse, senza le orride preferenze, per impedire che qualcuno non selezionato dalla “classe”possa far fuori con qualche voto in più i nomi già selezionati dal vertice, ma comunque liste plurime. Poi a qualche boss della classe dei dirigenti è cominciato a sorgere il dubbio. E se i fondatori del partito democratico si unissero per far eleggere qualcuno degli antichi soci del 99? E se le donne si coalizzassero per far eleggere una delle loro, che è giusto mostrare in pubblico, ma che non fa parte del vecchio clan? E così in quattro cinque si sono riuniti e dopo avere accennato al 2008 come scadenza anticipata e scontata per Prodi, hanno fatto da soli le primarie e hanno scelto Veltroni. Che dopo qualche riluttanza e alcuni incontri ha naturalmente annunciato da Torino il suo sì, così come avevano pronosticato da un mese il sen..Marini e “La Repubblica” la quale, senza attendere Fassino e Franceschini, aveva già da tempo indetto e fatte le sue primarie.

Sull’uomo Veltroni nulla da dire. E’ persona onesta, coerente, che pensa al nuovo incarico .da quando nel 1994 in una competizione a viso aperto si vide sbarrata, per un suo eccesso di spostamento a destra. l’elezione a Segretario dei DS. E’ stato, e rimarrà, un discreto sindaco di Roma anche se ha garantito,. come gli antichi imperatori, panem et circenses, più concerti che servizi, più spese che tasse, più percorsi pedonali per turisti che cura per le strade, organizzato perfino un Festival del Cinema in concorrenza con . Ma condendo il tutto con un forte impegno personale e un sorriso lieve e amichevole per tutti. Che non è cosa da poco in una società dilaniata da lotte e inciviltà e, sorvegliata sempre da televideo legali illegali. Del resto non si voleva proprio per questo un’icona da contrapporre a quella usurata e imbarbarita di Berlusconi e che ci liberasse dall’obbligo di guardare ai problemi giganteschi che la sconfitta americana ha aperto? E Veltroni come icona da mostrare al popolo è certamente più valida sia di quella logorata di Fassino, sia di quella un po’ troppo angolosa di Massimo D’Alema. Massimo D’Alema, non ostante i suoi indubbi torti, ha una preparazione culturale maggiore di Veltroni e caratteristiche migliori come statista, ma che cosa conta ciò in una campagna elettorale permanente e mediatica come quella che vive l’Italia da alcuni anni?

Perché questo è il punto. Il punto sono le elezioni che stanno sempre dietro l’angolo e in funzione delle quali viene da troppi vissuto ogni istante della vicenda politica. Che non si giocherà né sull’ambiente, né sul precariato e neppure purtroppo sull’Europa e sul valore dei candidati, ben preordinati e cintati in liste chiuse, ma sulla perdita di capelli del Berlusca e sul gesto con cui Montezemolo carezzerà quei pochi che gli sono rimasti in testa. Del resto se Montezemolo è contemporaneamente presidente della Fiat, presidente delle Ferrari, presidente di Confindustria perché Veltroni non può essere contemporaneamente sindaco di Roma, segretario del partito democratico e aspirante premier di un bel governo di centro? La triade si addice alle icone. Scommetto che anche Casini ci starebbe,.

E le primarie? Serviranno per sostenere Veltroni con cinque liste e per dare un po’ di rilievo ad alcuni aiutanti maggiori, Bersani, Letta e Parisi permettendo. Parisi con qualche ragione in più, avendo fondato lui con Beniamino Andreatta nel 1999 il partito democratico, in previsione della dissoluzione della DC e dei DS. Non a caso è stato proprio Parisi a lanciare in extremis la Rosy Bindi che può raccogliere non solo voti femminili ma anche i voti di tutti coloro che continuano a ritenere Veltroni troppo vicino a Rutelli

In attesa del 14 ottobre Scalfari ha intanto promosso Veltroni a “sindaco d’Italia.”

Luciano Barca