11 giugno 2007

Rifondazione e Fiom

Rifondazione e Fiom, l'accoppiata che ha fallito la manifestazione per la pace e contro la politica di Bush, indetta a Piazza del Popolo quasi in polemica con il grande corteo che la sinistra ha dispiegato per Roma, merita qualche considerazione. Perché il superbo e stupido isolamento ? Per marcare una distanza dagli altri partiti della sinistra? Ma non pensa Rifondazione che questo è il momento dell'unità delle forze che si collocano a sinistra del Partito democratico? E che questo storico obiettivo richiede uno sforzo e anche un sacrificio di tutti coloro che di questa sinistra fanno parte?
Qualche dubbio solleva anche l'accoppiata con la Fiom. La Fiom fa il suo mestiere di sindacato di categoria e sta giustamente conducendo una battaglia per ottenere il massimo di garanzie per la Finsider. Non è detto tuttavia che l'obiettivo della non privatizzazione del gruppo rappresenti anche il meglio per tutte le altre categorie e per il complesso dei cittadini italiani. A certe condizioni e cioè a patto che lo Stato conservi una partecipazione di controllo, la quotazione del vecchio gruppo dell'IRI può anche rappresentare una positiva spinta in direzione di una maggiore competività e di rinuncia a vechie rendite di posizione. E una sinistra che voglia non isolare la faccia della categoria da tutte le altre facce che costituiscono l'identità del lavoratore e del cittadino non può ignorare ciò. Ignorarlo potrebbe portare a pericolose posizioni corporative perdonabili in un sindacato di categoria, ma non in un un partito che vuol governare l'Italia. E può portare a indebolire tutta l'operazione oggi necessaria per salvare da ambizioni di potere gli ideali di libertà e giustizia propri del socialismo.