30 giugno 2010

Vittorio Gassman

Era luglio e da un mese e mezzo eravamo in guerra. Chiamato alle armi alla leva di mare, ero a Livorno per frequentare il corso per ufficiali all'Accademia. Decisi di passare la domenica in modo
meno triste del solito; affittai una bicicletta e mi diressi a Castiglioncello per stare con Antonella.
Feste al mio arrivo da parte della famiglia Scialoja e invito a pranzo. Antonella aveva un pattino
e ce ne andammo a fare il bagno nella baia. Tutto bene, tuffi e nuoto fino a che improvvisamente,
mentre ero in acqua, Antonella salì sul pattino e si diresse tranquillamente al moletto del villino ottocentesco. Non capii che cosa fosse successo e con pazienza e fatica la seguii a nuoto.
Arrivato a terra capii immediatamente che la fortuna mi aveva abbandonato. Antonella stava
conversando in giardino con un diciottenne che avevo conosciuto a Roma, tramite Panelli o Paolo
Alatri: era Vittorio Gassman. La mia sarebbe stata una battaglia impari e inutile. Inventai una scusa e ripertii con la bici, carico di odio per lo studente dell'Accademia dello spettacolo. Lo perdonai solo dopo dieci anni.

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